lunedì 19 maggio 2008

The day after (Report)

Incredibile ma vero, ho sentito delle persone al mercato che commentavano la puntata di Report di ieri. Frammenti di frasi, ma mi è parso di capire che lo scandalo avesse fatto breccia nei loro cuori di consumatori. Allora qualcuno lo guarda!
E lo scandalo non è soltanto che la griffe sia disposta a chiudere occhi e orecchie sulle condizioni di produzione dei loro accessori pur di risparmiare 9 euro a pezzo. È anche che 9 euro avanti e indietro non mi sembra possano essere giustificabili su un prezzo finale che va dai quasi 1000 ai più di 3000 euro. È una cosa che mi manda davvero fuori dai gangheri. Se prima trovavo un prezzo del genere immorale, ora lo trovo criminale. 

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Io trovo che la colpa, più che dalla parte dei padroni delle griffes, sia della demenza dei consumatori obnubilati dalle televisioni e della pubblicità che li rende idioti.
Se qualcuno è così scemo da comprare una scarpa a 500 euro quando la produzione costa 30, solo perché "fa figo", allora il venditore fa bene ad approfittarne: è il capitalismo.
Se per una persona 500 euro sono quello che per me sono 10 euro, vuol dire che bisogna fare un serio ragionamento di redistribuzione della ricchezza.
Direi che le soluzioni al fenomeno sono:
- modificare la attuale normativa sul "made in Italy";
- proibire via authority la pubblicità televisiva che non sia basata esplicitamente sul prezzo e sulla qualità tecnica del prodotto;
- cancellare le leggi che consentono la proprietà intellettuale sui "brand": copia libera dei marchi.
Non si vede che razza di proprietà intellettuale si possa vantare su una scarpa: se si afferma che dietro la scarpa c'è una lavoro di "design", allora si potrebbe fare lo stesso discorso su un ponte, una casa, un modo di potare le piante, un'auto...

Clodovea ha detto...

Il capitalismo, infatti, è criminale...
Comunque sono d'accordo che il pollo è il cliente, ma proprio per questo, perché la griffe quei 10, 20, 30 euro che risparmia facendo lavorare cinesi clandestini o napoletane in nero non li ricarica sul cliente e buonanotte? Se uno è disposto a buttare 1000 euro in una borsetta, ne butterà anche 1030 senza remore, e senza accorgersi della differenza, no?

Anonimo ha detto...

Non ricaricano sul consumatore perché il prezzo che fanno è già il massimo che il mercato consente (come sempre del resto). Se potessero alzare il p, lo alzerebbero, tenendo nonostante ciò i lavoratori in semi-schiavitù, perché le imprese sono interessate per natura solo al profitto e lo massimizzano ogniqualvolta possano. Solo leggi, lotte sindacali e boicottaggi possono fermare la sete di profitto delle imprese, che di per sé non conosce alcun limite e non si ferma di fronte a nulla se non di fronte alla mera forza (lo Stato che ti fa chiudere, gli operai che ti bloccano la produzione, i consumatori che ti fanno fallire).